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al testo di Ivan Pozzoni
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Per alcuni anni, sei anni intensi, mi è bastata un'armatura zincata, con lamine in fitta ottonatura, senza ottonari, a scacciare i mille, e mille rifiuti, in università, nel mondo del lavoro, nel circo delle donne, a dimenticare danari, carriera, casa, fanciulle e madri, carico d'attese deluse come animale da soma, schiacciato a terra da attese inumane, celesti.
Ma, la mostruosità della sofferenza, la terribile beffa del dramma, lontane dall'essere occorrenze eroiche, si nascondono nelle nostre case, imbevono d'aceto i nostri animi, nella banalità dei lunedì mattina, nella normalità d'un fine mese (scarsamente) retribuito.
Messo a terra il mio scudo, levata di dosso la mia corazza, attendo, indifeso, l'ultima vostra freccia.
[Mostri, 2009] |
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